Disco intervertebrale e corsa

Sappiamo che il nostro corpo si può usurare in base a vari fattori come sport, età, posture… sappiamo inoltre che possiede e mantiene nel corso della vita incredibili capacità di recupero, oltre ad avere la strepitosa capacità di adattarsi velocemente a quanto gli viene richiesto. I dischi intervertebrali non fanno eccezione, possono adattarsi molto bene alla situazione che gli viene richiesta, sia essa prolungata attività fisica sia essa una prolungata IN-attività. I dischi intervertebrali per di più possono rientrare tra le cause di dolore lombare se degenerati o disfunzionali per certi parametri strutturali. Nel dolore cronico lombare sono spesso inseriti protocolli di attività fisica che coinvolgono anche la corsa, sempre più indicata come fattore preventivo il dolore lombare. Oltre ai già approfonditi benefici della corsa sull’intero organismo, cerchiamo di capire cosa si sta approfondendo nel modo scientifico in aggiunta a questi benefici!

Nel 2020 Mitchel et al hanno condotto un interessante studio comparativo in uomini nella fascia d’età compresa tra i 44 ed i 66 anni senza patologie spinali. Sono stati impostati due gruppi in base alla attività di corsa delle persone nei loro ultimi 10 anni: sedentari (no attività fisica) e corridori di lunga distanza (50 km/sett circa). Sono quindi state valutate, grazie ad una risonanza magnetica, le caratteristiche dei loro dischi intervertebrali per capire quali potessero essere le differenze.

I ricercatori si sono domandati se la corsa potesse avere benefici sulla salute dei dischi intervertebrali.

Questo studio ha dimostrato che nonostante si credesse il contrario, i dischi intervertebrali rispondono positivamente alle sollecitazioni meccaniche della corsa. In particolare, sembra che la corsa influisca non solo sul livello di idratazione dei dischi, ma anche sul loro contenuto di glicosaminoglicani, fondamenti della loro struttura,  e sulla loro ipertrofia, aumentando così la distanza tra una vertebra ed un’altra.

Una migliore idratazione ed un contenuto maggiore di glicosaminoglicani rendono il disco più elastico, capace di rispondere meglio alle sollecitazioni meccaniche in arrivo.

Viene dimostrato come l’attività di impatto possa essere di maggior beneficio per il disco: una camminata veloce o una corsa leggera di circa 2 metri al secondo rappresentano lo stimolo migliore. Basta poco per avere un ottimo effetto sui nostri dischi intervertebrali!

Non viene dimostrato che una attività fisica costante possa ritardare o addirittura cancellare il processo degenerativo relativo all’età della persona ma viene confermato che una costante attività fisica migliora la salute del disco intervertebrale.

Segue chiaramente il concetto che l’inattività fisica o le posture (scorrette) mantenute possano NON avere un buon effetto sul nostro organismo, che è stato di fatto  “programmato” per il movimento!

Bibliografia:

  1. Mitchell, U. H., Bowden, J. A., Larson, R. E., Belavy, D. L., & Owen, P. J. (2020). Long-term running in middle-aged men and intervertebral disc health, a cross-sectional pilot study. PloS one, 15(2), e0229457.
  2. Jang, S. H., Lee, S., Millecamps, M., Danco, A., Kang, H., Grégoire, S., … & Stone, L. S. (2021). Effect of voluntary running activity on mRNA expression of extracellular matrix genes in a mouse model of intervertebral disc degeneration. JOR Spine, e1148.
  3. Maselli, F., Storari, L., Barbari, V., Colombi, A., Turolla, A., Gianola, S., … & Testa, M. (2020). Prevalence and incidence of low back pain among runners: a systematic review. BMC musculoskeletal disorders, 21, 1-25.

Federico Garavaglia

Federico, è Osteopata ad Arona (Novara) ed un grande appassionato di sport

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