Osteopatia in Italia

L’osteopatia in Italia: un lunghissimo iter per il riconoscimento legislativo che vede nella giornata di 5 novembre 2020, dopo la legge del 22/12/2017, un nuovo fondamentale tassello verso la conclusione dell’iter di RICONOSCIMENTO SANITARIO. Negli ultimi anni sempre più abbiamo sentito parlare di Osteopatia e Osteopati, ma di cosa si occupa questa nuova professione? Come è individuata e chi può praticarla in Italia? L’osteopatia fa parte della medicina convenzionale occidentale e non da filoni della medicina cinese o orientale. Nasce infatti negli Stati Uniti nel 1885 quando il Dott. Andrew Taylor Still iniziò a praticarla e studiarla tanto da fondare nel 1874 la prima scuola di osteopatia a Kirksville la American School of Osteopathy. L’osteopatia venne definita come disciplina basata sul contatto manuale per diagnosi e trattamento. Considera le relazioni tra corpo e mente in condizioni di salute e malattia ponendo l’accento sull’integrità strutturale nonché funzionale dell’organismo e sulla sua capacità intrinseca di auto regolarsi: principi cardine della pratica osteopatica. In Europa l’osteopatia è approdata nel 1917 in Inghilterra grazie a John Martin Littlejohn e ha cominciato a occuparsi prevalentemente di alterazioni posturali legate a disfunzioni di natura muscolo scheletrica a cui possono relazionarsi anche alterazioni degli organi viscerali e del sistema cranio-sacrale. L’osteopata si rivolge sia all’adulto che al bambino e all’anziano, dallo sportivo professionista al sedentario.

In Italia la diffusione dell’osteopatia e il suo riconoscimento non è stato molto semplice. Dal 1990 ad oggi infatti non si è mai giunti a un’identificazione precisa della figura osteopatica e delle sue competenze, né ad un inquadramento di un percorso accademico di studi abilitante ne della sua collocazione tra le professioni sanitarie. Contemporaneamente a questo scenario, la professione è però pian piano aumentata, sia come professionisti presenti sul territorio italiano, sia come scuole di osteopatia validate da università estere. Se da una parte alcune scuole si sono sin da subito attenute ai parametri europei di formazione osteopatica dettati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dall’altra il vuoto legislativo ha permesso che si creassero istituti privi di ogni credenziale, non rispettosi di standard di formazione e competenze. Ciò ha portato alla contemporanea presenza sul territorio sia di professionisti osteopati adeguati agli standard degli stati in cui l’osteopatia è già normata, sia di osteopati con scarse credenziali curriculari.

Nonostante ciò, la mancanza di una legge italiana chiara, ha permesso le stesse possibilità di esercizio a entrambe le tipologie di professionisti, non essendoci alcun paletto che potesse affermare chi potesse o meno esercitare la professione. Questo lungo iter ha portato finalmente, il 22-12-2017 con l’approvazione del DDL 1324 e la successiva pubblicazione in Gazzetta ufficiale della legge 3/2018, a individuare l’osteopatia (nell’articolo 7) come nuova professione sanitaria. A seguito di questa legge si sono attesi, fino ad oggi, i decreti attuativi per la stesura del profilo professionale, del piano di studio per il corso di laurea e la definizione dei percorsi per la valutazione dei titoli equipollenti. Dopo un’attesa di quasi tre anni, dall’emanazione della legge il 5 novembre del 2020, finalmente è arrivata l’approvazione in Conferenza Stato-Regioni del nuovo documento redatto dal Ministero della Salute riguardo l’individuazione del profilo professionale dell’osteopata, gli ambiti di attività e competenza osteopatica ed il contesto operativo del professionista osteopata. Adesso toccherà al Ministero dell’universitaria e della ricerca definire il percorso formativo per diventare osteopata, nonché i criteri di valutazione dell’esperienza professionale e per il riconoscimento dell’equipollenza dei titoli pregressi. Gli osteopati, confrontandosi con le categorie professionali si relazionano e confrontano con le altre realtà sanitarie già esistenti, evidenziando in modo corretto le proprie competenze, parlando un linguaggio comune e sviluppando ulteriormente la ricerca scientifica osteopatica.

Federico Garavaglia

Federico, è Osteopata ad Arona (Novara) ed un grande appassionato di sport

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